La Zanzara Tigre è una specie esotica introdotta accidentalmente all’inizio degli anni ’90 che ha rapidamente colonizzato il nostro Paese. Attualmente è la zanzara più pericolosa per la salute in quanto vettrice di virus agenti eziologici di malattie dell’uomo quali Chikungunya, Dengue e Zika. In Italia abbiamo fatto esperienza diretta di questo rischio con due epidemie di Chikungunya (nel 2007 in Romagna e nel 2017 in Lazio e Calabria) e focolai epidemici di Dengue (Vicenza nel 2020, Fano e Cavezzo nel 2025). Inoltre la Zanzara Tigre essendo molto aggressiva nei confronti dell’uomo crea forti disagi soprattutto nelle aree urbane.
Dopo molti anni di tentativi ricorrendo alle pratiche disponibili (lotta larvicida, rimozione dei focolai e ordinanze sindacali) è ormai chiaro che anche nelle realtà dove sono in atto notevoli sforzi pubblici per contrastare la zanzara, i risultati sono comunque insufficienti a garantire un buon livello di qualità di vita.
Consapevole della criticità della situazione, CAA, a partire dal 1999, ha avviato un filone di ricerca rivolto allo sviluppo di tecnologie di lotta genetica. La Zanzara Tigre ha infatti caratteristiche biologiche che la rendono un target idoneo per l’applicazione di un metodo di lotta biologica noto come “Maschio Sterile” (SIT – Sterile Insect Technique).
La strategia del Maschio Sterile si basa sull’allevamento della specie nociva, sulla separazione dei maschi dalle femmine, sulla sterilizzazione dei maschi attraverso raggi X e loro rilascio in ambiente dove, accoppiandosi con le femmine vergini selvatiche, le rendono sterili in modo definitivo. Si tratta di una metodica assolutamente priva di impatti negativi sull’ambiente, sugli animali e sulla salute pubblica.
Si tratta di un metodo noto da tempo e applicato su vasti territori per proteggere le colture agricole e gli animali allevati da insetti dannosi, ma ancora in fase sperimentale nel caso delle zanzare.
L’ente di riferimento mondiale in questo campo è l’Agenzia Internazionale per Energia Atomica (IAEA) che si occupa dell’uso pacifico delle radiazioni.
Nel corso degli anni CAA ha sviluppato la tecnologia utile per rendere il metodo applicabile e accessibile, affrontando tutte le fasi che compongono il ciclo di produzione e il rilascio in campo:
Attualmente è in funzione un prototipo modulare di impianto di allevamento con capacità produttiva di un milione di maschi sterili di Aedes albopictus alla settimana. I maschi sterili prodotti servono per condurre progetti pilota dimostrativi in condizioni reali in Italia (Bologna, isola di Procida) e paesi europei (Germania, Grecia, Svizzera).
CAA, designato centro di collaborazione IAEA dal 2011, ospita ricercatori stranieri interessati a formarsi ed acquisire competenze sulla tecnologia del Maschio Sterile applicata alle specie del genere Aedes.
E’ in fase di progettazione esecutiva un impianto per la produzione di 10 milioni di maschi sterili/settimana.
CAA ha iniziato la ricerca su questo filone nel 1999 attivando collaborazioni con altri enti di ricerca: