Il Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica del C.A.A. Giorgio Nicoli srl ha portato a termine insieme al Servizio geologico, sismico e del suolo della Regione Emilia-Romagna, da ARPAE-SIMC, all’Università degli Studi di Bologna-Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali – BiGeA, all’Università di Parma-Dipartimento di Chimica, Scienze della Vita e Sostenibilità Ambientale, al Ludwig Maximilians Universität-Meteorologisches Institut, Monaco di Baviera (Germania) uno studio multidisciplinare sui cambiamenti climatici nella zona settentrionale degli Appennini, con focus sulla frequenza delle precipitazioni intense negli ultimi 9.000 anni.
Infatti diverse precipitazioni da record hanno colpito la zona montuosa dell’Emilia-Romagna con gravi conseguenze geomorfologiche come valanghe e flussi di detriti, frane e inondazioni che hanno colpito il territorio, causando gravi danni all’ambiente circostante. L’insolita intensità di questi fenomeni ha spinto a cercare risposte sulla loro frequenza in passato. Sono stati pertanto analizzati, da un’équipe di esperti, campioni prelevati nell’estate del 2017 dal Lago MOO, (Appennino piacentino, 1.130 m s.l.m.), un luogo idoneo dal punto di vista geologico per cercare di dare risposte combinando i risultati delle analisi sedimentologiche, palinologiche, microantracologiche e pedologiche con datazione al radiocarbonio (AMS 14C).
Attraverso un approccio multidisciplinare innovativo per questo settore è stato possibile analizzare le precipitazioni estreme, constatando che i depositi a grana grossolana, simili a quelli osservati di recente, sono ben correlati alle fasi calde del Massimo Termico dell’Olocene e con la tendenza al riscaldamento, fase iniziata all’inizio del secolo scorso.
I risultati degli studi sono stati pubblicati in: SEGADELLI S., GRAZZINI F., ROSSI V., AGUZZI M., MARVELLI S., MARCHESINI M., CHELLI A., FRANCESE R., DE NARDO M.T., NANNI S., 2020 – Changes in high-intensity precipitation on the northern Apennines (Italy) as revealed by multidisciplinary data over the last 9000 years, in Climate of the Past, 16, 1547–1564, 2020
E’ possibile consultare l’articolo completo al seguente link: https://doi.org/10.5194/cp-16-1547-2020
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