Il principale obiettivo di CAA Srl è giungere alla realizzazione di un nuovo “prodotto” con caratteristiche chimico-fisico-agronomiche comparabili con quelle dei fertilizzanti organici in commercio (ammendanti), che spesso hanno costi proibitivi e non sostenibili da parte degli imprenditori agricoli.
Soprattutto quelli delle coltivazioni erbacee estensive, che caratterizzano vaste aree della pianura Emiliana, che, in considerazione dei limitati margini di resa economica, preferiscono utilizzare fertilizzanti chimici.
Il nuovo materiale sarà ottenuto tramite un processo di miscelazione tra i fanghi di depurazione di origine civile e materiale ligneocellulosico triturato. Il materiale sarà poi sottoposto ad un innovativo processo di insufflazione dell’aria che ne permetterà l’ossigenazione migliorandone le caratteristiche e, aspetto da non sottovalutare, permetterà il controllo delle emissioni odorifere della massa.
Il raggiungimento del primo obiettivo passa dalla verifica di tutti gli elementi che caratterizzano il processo alla base del progetto di ricerca di miscelazione/ossigenazione/maturazione. Queste verifiche dureranno per l’intero corso del progetto. In 18 mesi di progetto, si ipotizzano tra i 12 e i 14 riempimenti/svuotamenti (nelle vasche di stoccaggio), ciascuno dei quali di circa 1000/1200 tonnellate di miscela fango/lignocellulosico (il peso specifico della miscela andrà verificato in relazione ai rapporti di miscelazione).
A processo validato si potranno produrre circa 18.000 tonnellate annue del nuovo materiale.
Altro obiettivo strategico per il CAA Srl, che discende dal raggiungimento del primo, è diventare nello specifico settore produttore e fornitore di questo materiale per le aziende agricole della pianura Emiliana, richiedendo una specifica autorizzazione sul nuovo codice di attività R3 (allegato C alla parte IV del D.Lgs.152/06: R3: riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)) e quindi di iscriversi al “Registro dei fabbricanti di fertilizzanti”. Il progetto proposto dal CAA Srl si incanala perfettamente nelle strategie di sviluppo aziendale. Il centro Agricoltura Ambiente nasce proprio con l’intento, tra gli altri, di sviluppare progetti rivolti alla valorizzazione del territorio e delle produzioni agricole e si pone l’obiettivo di promuovere l’applicazione nelle aziende agricole dei risultati scaturiti dalla sperimentazione.
Le attività di ricerca e sviluppo condotte nel corso del periodo di vigenza del Progetto hanno consentito di verificare l’idoneità di massima del sistema di trattamento realizzato all’interno dell’impianto di stoccaggio a garantire il raggiungimento dei requisiti di processo che la normativa vigente prevede per le attività di compostaggio.
In particolare, i rilievi eseguiti sui diversi Lotti in trattamento hanno evidenziato come i livelli termici all’interno della massa abbiano mediamente soddisfatto il requisito minimo richiesto del superamento per almeno tre giorni consecutivi dei 55°C.
Risultano opportuni alcuni adeguamenti del processo, in particolare per quanto riguarda una fase di vagliatura finale del materiale ottenuto e una più precisa igienizzazione della massa.
La scelta di procedere alla miscelazione tra il fango di depurazione e il materiale lignocellulosico triturato, utilizzando una pala gommata operante all’interno dei Lotti da costituire, si è rivelata idonea all’ottenimento di una adeguata omogeneità della miscela prodotta.
L’utilizzo della pala gommata per gestire direttamente la fase di miscelazione tra le due matrici rappresenta una forte semplificazione operativa e organizzativa, evitando la necessità di utilizzare, come avviene in molte realtà operanti nel settore del compostaggio industriale, sistemi fissi di miscelazione.
L’adozione di tali attrezzature avrebbe comportato la necessità di individuare apposite aree di collocazione, con adeguati spazi di manovra per i mezzi operatori (pala gommata o analoghi che, quindi, sarebbe stato comunque necessario avere in impianto, per provvedere all’alimentazione del sistema con le matrici da miscelare e al trasporto della miscela ottenuta verso le aree di costituzione dei cumuli).
Il sistema di insufflazione costituito da tubazioni inglobate nel getto di fondo dei singoli lotti e da ugelli soffianti, si è dimostrato funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di fornire aria ai cumuli per tutta la loro altezza (nelle fasi iniziali del processo anche oltre i 2,50 metri), riducendo al necessità di interventi di movimentazione meccanica ed arieggiamento all’esiguo numero di 1-2 per ciclo.
Le valutazioni condotte hanno consentito di individuare nel rapporto ponderale paritetico tra le due matrici organiche utilizzate nella costituzione della miscela quello più idoneo per garantire il corretto andamento del processo.
Nella realtà impiantistica considerata e in relazione ai materiali utilizzati, tale rapporto ha infatti consentito di rispettare il requisito normativo della presenza massima di fango di depurazione nella miscela iniziale, in rapporto alla sostanza secca, garantendo altresì condizioni fisico-strutturali della miscela in grado di consentire la diffusione al suo interno dell’aria insufflata.
Nella ricerca realizzata, il processo di stabilizzazione dei cumuli di miscela ha dato origine a materiali organici le cui caratteristiche chimico-fisiche hanno rispettato in larga misura i livelli qualitativi richiesti dalla normativa vigente per qualificare un prodotto come Ammendante Compostato con Fanghi.
Da questo punto di vista, la problematica legata alla presenza di materiale incongruo nella componente lignocellulosica della miscela (plastica, vetro, metalli, inerti ecc.), che comporterebbe l’impossibilità per il prodotto finale di corrispondere ai requisiti minimi di legge, può essere agevolmente superata inserendo in coda al processo un ciclo di vagliatura, in grado di trattenere le componenti inquinanti consentendone il successivo smaltimento come rifiuto.
Il sistema impiantistico utilizzato ha evidenziato invece qualche difficoltà a garantire con sicurezza il raggiungimento degli standard di igienizzazione della massa richiesti dalla normativa.
A tal fine è da ritenere opportuna la fornitura in fase di stabilizzazione di volumi d’aria superiori a quelli che le attuali dotazioni sono in grado di garantire, anche prevedendo la sostituzione dei corpi motore elettrico-ventilatore, con altri di maggiore potenza.
Come accennato, l’attività condotta ha consentito di valutare la capacità del prototipo utilizzato di sviluppare un processo biologico di natura aerobica in grado di trasformare la miscela fango di depurazione-materiale lignocellulosico triturato in un materiale con le caratteristiche tecniche dell’Ammendante Compostato con Fanghi.
Da questo punto di vista il risultato conseguito può ritenersi sostanzialmente positivo, avendo potuto individuare e definire gli aspetti tecnici sui quali è necessario intervenire per garantire il raggiungimento dell’obiettivo (vagliatura finale del prodotto, incremento dei volumi di aria disponibili).
Altri aspetti tecnici che la ricerca si era prefissa di valutare si sono invece dimostrati già idonei così come impiantisticamente ed operativamente definiti (miscelazione con pala meccanica, protezione degli ugelli insufflatori con strato di materiale lignocellulosico per evitarne l’intasamento, sistema di guardie idrauliche per la raccolta e l’allontanamento delle acque di pioggia dall’interno dei lotti).
Attraverso il processo sperimentato, integrato e adeguato mediante le richiamate migliorie, si può quindi ritenere possibile produrre un fertilizzante con le caratteristiche dell’Ammendante Compostato con Fanghi, materiale quindi non più soggetto al rispetto delle normative sul recupero dei rifiuti, ma liberamente utilizzabile nella fertilizzazione delle colture.
Tale risultato e le opportunità che ne derivano sono quindi da ritenersi di estrema importanza per CAA, non tanto per le loro ricadute economico-commerciali legate alla possibilità di attribuire un valore di mercato al prodotto, organizzandone la vendita, ma soprattutto per la possibilità, pianificando adeguatamente i cicli di produzione dei lotti, di procedere al loro svuotamento e al collocamento del prodotto anche nel corso del periodo invernale.
In tal modo si renderebbero quindi utilizzabili nuove volumetrie di stoccaggio e trattamento in un periodo stagionale nel quale, in virtù del divieto di riutilizzo in campo dei fanghi di depurazione fino a tutto il mese di febbraio, questa disponibilità potrebbe rivelarsi strategica ed operativamente fondamentale per il corretto esercizio dell’intero impianto di stoccaggio e condizionamento.
Dal punto di vista agronomico, l’utilizzo dei materiali prodotti ha consentito di limitare le concimazioni chimiche previste per le colture praticate sui terreni sottoposti alla distribuzione delle miscele, tenendo in debito conto l’apporto di elementi nutritivi realizzato.
La sostanza organica apportata ha inoltre consentito di migliorare le condizioni ecologiche generali del terreno, incrementandone la complessità biologica, sia per quanto riguarda organismi di livello superiore (lombrichi, insetti, ecc.) sia relativamente a quelli di ordine inferiore (batteri ecc.).
Le indagini effettuate a tale riguardo hanno infatti consentito di evidenziare incrementi di complessità biologica tra le aree fertilizzate con le miscele, a confronto con altre non sottoposte a tale trattamento, che per talune specie e in determinate situazioni sono risultati statisticamente significativi.