La Zanzara Tigre ha progressivamente colonizzato il nostro Paese a partire dall’introduzione avvenuta all’inizio degli anni ’90. Attualmente è la zanzara più conosciuta per l’aggressività e l’irritazione causata dalle sue punture. Costituisce inoltre un serio rischio sanitario in quanto vettore di virus agenti eziologici di malattie dell’uomo (Chikungunya, Dengue, Zika). L’Italia ha fatto esperienza diretta di questo rischio con due epidemie di Chikungunya, una nel 2007 in Romagna, l’altra nel 2017 in Lazio e Calabria.
E’ ormai evidente che anche nelle realtà dove sono in atto notevoli sforzi collettivi per contrastare la zanzara, i risultati siano comunque insufficienti a garantire un buon livello di qualità di vita.
Consapevole di questa difficoltà, CAA, a partire dal 1999, ha iniziato un filone di ricerca rivolto allo sviluppo di tecnologie di lotta genetica. La Zanzara Tigre ha infatti caratteristiche biologiche che la rendono un target idoneo per l’applicazione della tecnologia SIT (Sterile Insect Technique o del maschio sterile):
La strategia si basa sull’allevamento della specie nociva, sulla separazione dei maschi dalle femmine, sulla sterilizzazione dei maschi attraverso radiazioni (gamma o X), e loro rilascio in ambiente dove, accoppiandosi con le femmine vergini, le rendono sterili in modo definitivo. Si tratta di una metodica che non ha alcun impatto negativo sull’ambiente, sugli animali e sulla salute pubblica.
L’Agenzia Internazionale per Energia Atomica (IAEA) è l’ente di riferimento in questo settore.
Metodiche di mantenimento della qualità dei maschi allevati.
Sistemi di sessaggio per la separazione dei maschi.
Metodiche di distribuzione aerea (Drone) dei maschi sterili in campo.
Integrazione della strategia SIT in un pacchetto di misure di lotta.
Costruzione di un modulo di allevamento massale.
Attualmente è in fase di sperimentazione l’integrazione di una fase iniziale di porta-a-porta, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la densità di popolazione locale, seguita dal rilascio settimanale di maschi sterili, in modo da ottenere e mantenere la soppressione della densità di popolazione entro livelli non dannosi.
CAA ha iniziato la ricerca su questo filone nel 1999 in collaborazione con altri enti: